Quei tuoi occhi meravigliosi

a cura di Padrin Dott. Fabrizio – Ottico Optometrista

Foto "Ragazza Afgana" di Steve McCurry

“QUEI TUOI OCCHI MERAVIGLIOSI” è un’affermazione che usiamo spesso dinanzi ad uno sguardo che cela occhi espressivi.
Di per se non sono gli occhi che producono l’espressione ma il movimento d’insieme dei muscoli facciali (una ventina); gli occhi diventano il bersaglio del nostro sguardo, come in un dipinto posti punto focale più importante.

Leonardo Da Vinci e Sandro Botticelli

Conoscevano bene la tecnica pittorica Leonardo Da Vinci e Sandro Botticelli quando dipingevano gli occhi del personaggio le cui pupille erano rivolte verso l’osservatore. La tecnica del focus era così centrata sull’aspetto dello sguardo che il contorno spesso
aveva una minuzia nei dettagli assai inferiore. Gli occhi e il volto del personaggio ritratto devono trasportare il messaggio e seguire l’osservatore da qualsiasi angolo della stanza provenisse. L’osservatore deve sentirsi osservato.

Quello sguardo enigmatico della sua amata Gioconda, quegli occhi castani profondi dall’aspetto a volte tristi a volte felici diversamente interpretabile secondo l’umore dell’osservatore, cela nascosto nella sua iride sinistra, come una cassaforte, le iniziali del pittore (LV).

La Gioconda di Leonardo Da Vinci
Lo sguardo della Venere di Botticelli

Lo sapeva bene anche Sandro Botticelli che nel suo dipinto più celebre “La nascita
della Venere” dall’espressione stanca, forse per la fatica della nascita, dipinge occhi verde castano che guardano in basso come per trasmettere il pudore di essere nuda.

L'iride

Il centro del nostro sguardo si focalizza sull’iride colorata. Esso è un disco costituito da una sottile membrana di colore variabile
che contiene cellule pigmentate adese ad una membrana (coroide) ricca di vasi sanguigni e due strati di muscolatura lisca che permettono la variazione del diametro pupillare, quest’ultima è l’apertura centrale che fa passare la luce verso la retina. 

La funzione dell’iride è di regolare il passaggio della luce verso la retina contraendosi (midriasi – pupilla diventa più grande) o rilassandosi (miosi – pupilla diventa più ristretta).

L’iride quindi circonda la pupilla ed è in collegamento con la sclera (la membrana bianca visibile dall’esterno, mentre anteriormente coperto dalla Cornea (membrana a forma di calotta trasparente).

La parola iride, dal latino iris, che significa arcobaleno è una struttura costituita da tessuto pigmentato che conferisce il colore agli occhi, variabile da soggetto a soggetto.

Foto di un'iride al microscopio

Il colore dell'iride

L’iride può variare dal blu al verde, dal marrone al nero in base alla quantità di melanina presente nello spessore, a maggiore pigmento l’iride assumerà un colore più scuro. Il colore è trasmesso geneticamente ma essendo un carattere poligenico, la multifattorialità non segue le regole medeliane.

Frequentemente i nostri figli hanno iridi differenti da quelle dei genitori. Nei neonati il colore dell’iride è in formazione e si vedrà definitivo dopo l’anno d’età. È meraviglioso osservare l’iride al microscopio, il mosaicismo cromatico (come nella foto qui sopra) nei quali si scorgono numerose pliche e piccole depressioni chiamate cripte a decorso radiale ricchissime di sfumature cromatiche che rendono unico il soggetto e ancor più identificabile di un’impronta digitale.

È una leggenda che l’Iride durante il giorno cambi colore o cambi a seconda dell’umore; la variazione è dovuta solo alla luce incidente, ben diversa se luce calda o fredda o dalla sua dominanza colorimetrica che sommata fa apparir gli occhi con una luce e colore differente. Può variare con l’età per cambiamenti ormonali o l’uso di alcuni farmaci. Su occhi meno giovani si notano molto spesso alterazioni di colore brunastro scuro di forma pressoché circolare circoscritte in alcune aree. La medicina naturale le
identifica in aree di alterazione o malattia corrispondenti a organi o aree del nostro corpo.

L’iride destra non ha mai lo stesso colore del sinistro.

Diffusione nel mondo

Gli occhi scuri sono i più diffusi in particolare alle
popolazioni di colore che vivono nelle zone più assolate del pianeta.
Contrariamente gli occhi più chiari azzurro e grigi provengono, tranne alcune eccezioni, da aree dell’Europa settentrionale, questi ultimi molto più sensibili alla luminosità e all’esposizione ai raggi ultravioletti.

Una delle aree della stupefacente diversità è l’isola di Butan nel sud est dell’Indonesia dove la popolazione scura olivastra possiede gli occhi azzurro ipnotico.

Aree come l’Islanda conta circa 86% di popolazione con occhi azzurro o verde. La mancanza di pigmentazione scura fa oltrepassare tra la luce tra le fibre creando una fastidiosa e spesso insopportabile fotofobia.

Curiosità

A volte osserviamo le nostre foto eseguite con apparecchi con il flash che risultano con la pupilla rossa. Il fenomeno è causato del riflesso della luce nella retina che e riccamente vascolarizzata e il ritorno verso la camera provoca quell’aspetto dell’occhio rosso.

Quali sono gli occhi più rari? A parte i soggetti a patologie come l’albinismo (deficienza della pigmentazione melaninica), il colore più raro è il verde che rappresenta circa il 2% al mondo. Sebbene sia bellissimo vedere il colore degli occhi di chi ti sta di fronte senza gli occhiali chepossano nasconderli, questi vanno protetti e custoditi rigorosamente attraverso l’utilizzo di lenti specifiche e di qualità.

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